lunedì, dicembre 17, 2012

All in.

E’ facile innamorarsi di qualcuno per la prima volta; ma prova a innamorarti una seconda volta dopo il dolore. E i lividi sul cuore.
Forse l’amore inzia proprio lì, quando nonostante sai cos’è il dolore, rischi ancora. S. Casciani
Ho rischiato, all in.
Ed infatti sono qui a leccarmi le ferite, nell'attesa che si rimarginano sole. Non mi è ancora chiaro perchè proprio tu, che in fondo non hai detto né fatto niente di più di quello che avrebbe fatto qualcun'altro per me. Non concepisco perchè ancora tu, che come un fantasma stai infestando il mio essere. Il mio pensiero torna sempre a te. Credo di poterti dire che sei il mio unico, vero rimpianto. Semplicemente perchè c'ho creduto in quello che provavo, ho creduto che forse non sarebbe stato così semplice finire, ho creduto che siamo anime affini. Uso il presente perchè a me, queste convinzioni non me le toglie nessuno. Nemmeno lei, sta' tranquillo. Non è mai stato un addio con te. E' un continuo arrivederci.

mercoledì, settembre 19, 2012

happy end

Dovrei davvero rassegnarmi all'idea che ho fatto tutto in mio potere per farti capire cosa c'è dentro di me.  E dovrei rassegnarmi al fatto che non è servito a molto. Tu sei sempre lì, nonostante sia venuta a prenderti. Hai scelto la strada semplice, hai scelto lei. Continuavi a ripetere "non si può", anche se credo che i tuoi occhi ed il tuo cuore dicessero il contrario. Ma questo è ciò che penso io, da sola, da qui.
Dovrei dare in pasto quei "non si può" come caramelle alle mie emozioni per tenerle buone. Prima o poi si rassegneranno. Ho cercato il più possibile di resistere, di aspettare, ma non posso. Non ci riesco. Il tuo non esserci mi fa male. Continuo a pensare cos'altro potrei fare per farti cambiare idea. Ma non c'è proprio più altro in mio potere. Più di aprire il mio cuore completamente e consegnarti i miei sentimenti nelle tue mani, cos'altro potrei fare? Non ti ho dato, forse, abbastanza motivazioni per farmi restare.
Ho fatto il possibile. Probabilmente il nostro non è un happy ending.
Shhhh, zitte tutte lì dentro. Non c'è posto per voi, mie care emozioni. Dovrete stare buone, tenete un po' di "non si può" e state tranquille. Shhhhh. Poi passa.

Il tempo è un grande maestro: trova sempre il finale migliore.
- C. Chaplin.

mercoledì, settembre 12, 2012

non è abbastanza

Presa di coraggio.   
Non soffocare i sentimenti.
Non aspettare oltre.
Dire tutto quello che avevo nascosto.
Fregarmene della situazione.
Ammettere che ti voglio, nonostante tutto.
Dirtelo in faccia.
Starti ad ascoltare.
Chiarire con calma.
Cercare di non piangere.
Né prima, né dopo.
Avere pazienza.
Avere tanta pazienza.
Darti tempo.
Farti capire quanto realmente mi interessa.
Incontrarti e fare finta di essere tranquilla.
Non assillarti.
Dare retta al mio cuore.
Non pensare troppo alle conseguenze.
Credere in quell'abbraccio.
Credere in quel bacio casuale ai bordi delle labbra.
Pensare che tu sappia che non sono poi così stupida.
Ho fatto tutto in mio potere. Ma forse non è abbastanza.
Aprire il cuore a chi non è disposto ad accoglierlo è  un bell'investimento. Io ci messo tanto a tirar fuori tutto.
Spero che tu abbia almeno apprezzato la fatica.

venerdì, agosto 31, 2012

fermo immagine

Voglio mettere nero su bianco, un momento così non posso permettermi di cancellarlo.
Un abbraccio così non posso proprio dimenticarlo.
Sarà difficile spiegarlo fino in fondo, ma devo scriverlo. Ho bisogno di tenerlo bene impresso nella mente.
Una stretta tale da togliermi il fiato. Posso anche dire che il mondo per un istante ha smesso di girare.
Un momento lungo non so spiegare quanto.
Dopo esserci chiariti, ho srotolato i miei sentimenti lì sul tavolo, i miei occhi nei tuoi, le tue mani che cercavano le mie, e quando le hanno trovate sembrava non volessero lasciarle andar via.
Sono certa di quello che ho provato, ma non sono mai stata più sicura di quello che mi veniva da te.
Io in quella stanza, ieri notte, ho visto due sguardi incrociarsi continuamente; ho visto tutte quelle parole non dette fare le capriole intorno a quelle che invece pronunciavamo; ho visto una donna aprirsi completamente, finalmente senza paure dire tutto ciò che era rimasto inespresso per mesi; ho visto un uomo sorprendersi di quelle stesse parole, ma ancora più sorpreso che lei fosse di fronte a lui ad accoglierlo; ho visto due anime che si osservavano con attenzione; ho visto dei vecchi sentimenti fare capolino dietro una razionalità che pensavamo non lasciasse scampo; ho visto due cuori palpitare.
Sapevo che il tempo mi avrebbe dato ragione, sapevo che non avrei dovuto desistere.
Ne ero certa, ti conosco e mi conosci.
In quell'abbraccio io ho capito tutto.
In quel momento non c'erano parole che valesse la pena esprimere, nessuna combinazione di vocali e consonanti sarebbe stata opportuna.
Le tue braccia mi cingevano con una forza tale che non mi aspettavo.
Mi hai spiazzato e non ho potuto fare altro che abbandonarmi a quell'abbraccio.
Ho poggiato la testa sulla tua spalla, il tuo odore mi ha travolta, le tue mani che mi accarezzavano il viso.
Puoi dire e fare quello che vuoi, ma quell'abbraccio mi ha spiegato tutto.
Non serve aggiungere altro.
Mi hai dato tutte le risposte che cercavo.
Tutte dentro quell'attimo.

mercoledì, agosto 29, 2012

Qualsiasi cosa prenda, ne prendo sempre troppo o troppo poco, mai la quantità giusta. La quantità giusta non mi interessa” Antonio Porchia

Il giusto che è sempre relativo.
Perchè non sarebbe giusto pensarti ancora, non sarebbe giusto altrettanto contattarti.
Non sarebbe giusto rimuginare ancora e allo stesso tempo non sarebbe giustofare finta che lei non esista affatto.
Non sarebbe giusto aspettare il cambiamento, ma non sarebbe giusto neanche aspettarmi una tua risposta.
Non sarebbero giuste un mucchio di cose, in fondo.
Ma sai com'è, difficilmente faccio la cosa giusta. Sembra quasi che mi piaccia sbagliare, perchè nella maggior parte delle situazioni ciò che mi viene in mente di fare è sempre sbagliato.
Ma sarebbe molto peggio non farlo e rimanere col dubbio.
Ho cambiato la mia filosofia di vita.
Basta coi ripensamenti, basta con l'aspettare, basta col riporre delle aspettative nelle cose.
Se voglio ottenere qualcosa faò in modo di movimentarmi affinchè avvenga.
Non mi importa il non riuscire, mi importa l'averci provato.
Non voglio più aspettare che siano gli altri a fare, sarò io il motore delle cose.
Nessuna lista di pro e contro. Fare è il mio mantra.
Non lascerò nulla di intentato.

giovedì, agosto 09, 2012

la lista dei miei vorrei

Si avvicina il momento clou per tutti i romantici, la pioggia di stelle.
E come da copione tutti col naso all'insù nella speranza di cogliere con lo sguardo la discesa di qualche asteroide -stella- per offrire in dono un desiderio in modo che possa realizzarlo.
Non voglio essere cinica, ma voglio crederci. Forse il semplice esprimere i desideri alleggerisce, come se condividerli con un asteroide passante li rendesse meno pesanti da sorreggere.
Quindi ho creato una piccola lista mentale, in modo che più stelle vedo, più desideri posso depennare.
Il problema è che nel momento in cui mi sono messa a pensare a cosa vorrei esattamente, ho dovuto riflettere bene. In questo momento credo di avere quasi tutto ciò che desidero, probabilmente non potrei immaginarmi in una situazione migliore, tranne che per un piccolo, neanche un po' trascurabile, dettaglio.
Stillando la lista dei vorrei in almeno la metà dei punti tu sei presente, nell'altra metà invece è presente il fattore coraggio. Non riesco a dire cosa vorrei, ma credo di poter affermare ciò che mi manca. Il sunto della lista quindi potrebbe anche essere un solo desiderio.
Ma lo dirò solo alle stelle.

martedì, luglio 17, 2012

inopportuno

Vorrei fare tante di quelle cose per farti girare lo sguardo verso me, che potrei scriverci delle sceneggiature di una sit-com all'americana. Continuano a venirmi in mente delle idee assurde da far invidia persino a Woody Allen, ed ognuna di queste si risolve in maniera semplice e veloce: sono tutte inopportune. Con la mente andrei dappertutto e farei qualsiasi cosa, ma purtroppo -o per fortuna- mi manca il coraggio di farlo. Il pensiero di lei mi ferma, mi blocca le gambe prima di ogni minimo accenno di movimento. Non ti ho più visto, mi basterebbe guardarti negli occhi per capire la mia adeguatezza, saprei esattamente cosa fare e come farlo se solo ti riuscissi a vedere. Non importa ciò che diresti, saprei riconoscere i pensieri dal tuo sguardo. Ma ho troppa paura. Ho avuto paura quando ti sei allontanato, paura per quello che ho provato, ho vissuto una passione così forte che non avevo mai provato prima. Questo mi ha spaventata e sono fuggita al primo ostacolo. Sono consapevole che tu mi abbia messo alla prova e sono consapevole anche di non averla superata. Ed ora ho paura di fare qualsiasi cosa perchè c'è lei, ho paura di scoprire che lei abbia preso quel posto speciale che avevo io. Vorrei tanto che facessi tu un passo verso me; ti avevo detto di andare avanti e che ero stanca di correrti dietro, ma ora ti ho perso di vista e vorrei tanto sapere se mi stai aspettando...

giovedì, luglio 05, 2012

teoria del caos

C'è sempre una ragione. Scientifica, razionale, ce n'è almeno una.
Vale anche per l'amore.
Non saprei come spiegare altrimenti questo turbinio di sensazioni. Ma partiamo dalla scienza.

Un sistema dinamico si dice caotico se presenta alcune caratteristiche: una propensione sensibile alle condizioni iniziali, ovvero a variazioni di contorno corrispondono variazioni finali, mai uguali; l'imprevedibilità dell'andamento del sistema, che assume ogni volta diversi andamenti a seconda delle condizioni di contorno;  l'evoluzione del sistema avviene attraverso delle orbite infinite confinate in uno spazio finito, perciò non si evolve verso l'infinito, diventa, quindi, un caos-deterministico.
Ora, pazienza per la mia spiegazione molto frugale, ma queste poche parole hanno riassunto al meglio la mia situazione. Razionalmente le variazioni di contorno - ti ho visto con lei, da solo, solo la tua macchina, sono passata semplicemente sulla strada di casa tua- hanno avuto una costante: il mio cuore batteva sempre all'impazzata, ma ogni situazione mi ha creato diverse variazioni finali. Imprevedibili, per l'appunto. Oggi ti odio, domani ho l'assoluto bisogno di averti. L'evoluzione del mio sistema, però, resta immobile. Le situazioni ogni qualvolta differenti orbitano tutte attorno a te. Il mio sistema non riesce a spostare il suo baricentro. Il nucleo resta sempre uno, e sobbolle, semi addormentato, finchè qualche crepa non lascia fuori uscire la lava e siamo punto a capo, di nuovo a parlare di te. Le orbite sono sempre diverse. A volte mi sembra che quasi abbiano cambiato nucleo. Finchè non mi rendo conto che il mio spazio è davvero finito. Ben delineato attorno a quel che c'è stato con te.
Una serie di coincidenze ci hanno unito, ed è stato tutto così intensamente bello che ho creduto che davvero qualcuno avesse ben chiaro un piano.
Chiamiatelo caos, chiamatelo destino, chiamatelo Dio, chiamatelo come meglio credete.
Il mio caos ha un nome ben preciso. Il tuo.

martedì, luglio 03, 2012

la ricerca della felicità

Tutto ciò che vorrei da te, mi arriva da un'altra parte.
E questo non fa altro che peggiorare le cose. C'è una persona che sta facendo del tutto per avere da me un po' di quella attenzione ch' io vorrei da te. Una sorta di triangolo a senso unico. Più lui manda messaggi, più io spero che al posto di quel mittente ci sia il tuo nome. Più lui mi chiama, più immagino che a pronunciare quelle parole sia la tua di voce. Eppure ha tante belle qualità, parecchie coincidenze ci legano, siamo anche in sintonia, perchè no.
Ma lui non è te.
Ed io non è lui che voglio.
Continuo a ripetermi: ma non poteva piacermi un pochino? Sarebbe stato più semplice e soprattutto gradevole cedere al suo corteggiamento. Ma niente da fare, il mio è davvero un senso unico. "Eppure lui ti renderebbe felice", ci si mette anche una mia amica a farmi sentire più stupida, ho tra le mani l'opportunità di poter essere felice e la sto snobbando perchè ci sei ancora tu a devastarmi i pensieri. Come se non bastasse già il solo fatto che a distanza di mesi tu  sia ancora irremovibile, ci si mette anche l'altro che mi spinge sempre più verso di te.
Non voglio accontentarmi, ma se fosse davvero questa la mia unica opportunità per essere felice?
Sto forse gettando nel secchio la mia futura felicità?
Davvero stana la vita. Mi accontenterei di essere seduta su uno sgabello, pur di averti, scansando con non-chalance un trono da regina.
Intanto resto qua, resto al mio posto, la mia ricerca per adesso si ferma qui.

giovedì, maggio 31, 2012

penelope

Adesso basta!
Si, certo come no.
Quante volte l'avrò detto ultimamente? Troppe.
Ogni volta mi impunto, decido che è ora di smetterla con te, che tutto questo pensarti non mi porterà da nessuna parte. Sono arrivata davvero al limite del patetico, me ne rendo conto. Ma non riesco a fare altro. E' sempre la stessa storia da mesi ormai. Ti penso, continuamente. Trovo qualsiasi scusa per pensarti. Ti cerco in ogni cosa. Trovo mille scuse, mi appiglio a tutto. Senza, però, realizzare nulla di concreto, perchè alla fine resto ferma dentro dei confini che mi sono creata da sola. Mentre tu sei lì, ignaro di quello che succede qui, nel mio mondo. In attesa che tu possa fare un piccolo passo, che ti venga in mente di tornare sulla strada che porta a me. Mi sembra di essere come Penelope: faccio e disfo una tela da così tanto tempo da non ricordarmi nemmeno il disegno. Inizio a tessere le mie intenzioni tutte insieme, per cercare di capirci qualcosa, ma poi arriva la notte, e si sa che di notte i pensieri si fanno più forti. Tutto il resto si zittisce e l'eco del cuore mi rimbomba fino su al cervello. E la trama del giorno piano piano si sfila. Ed io sono punto a capo.

mercoledì, maggio 30, 2012

pianeta satellite

Che io continui a pensare e pensare le stesse cose da tempo, ormai non ha più senso. Aspettare che sia tu a fare una mossa, potrei mettere i capelli bianchi nel frattempo. Non ho il coraggio di cambiare le cose, forse per orgoglio, forse per pura e semplice paura di un rifiuto. Ma continuare con questa situazione non è sano. Odio la parte di me che ti cerca, che vuole trovare significati e risposte nei posti più disparati. Qualsiasi avvenimento mi porta a pensare che esista un collegamento con te. Sono diventata come un pianeta satellite, sono sempre sulla stessa orbita, sempre alla stessa distanza da te e ti giro intorno. Continuamente. Senza poterti incrociare, senza cambiare nulla, impotente. Ma è davvero questo il modo di volere una persona? Credo che sia venuto il momento di riposizionare la mia orbita oppure di abbandonare le coordinate attuali e cercare un altro posto. L'universo è così grande, vuoi che non ci sia un posticino per starmene tranquillamente e girare su me stessa?

giovedì, maggio 24, 2012

destra o sinistra?

Per caso, non me l'aspettavo, ma ti ho visto.
Eri con lei, non ho visto il tuo viso per paura di vederti felice.
Ho visto il suo di viso, e lei, ovviamente, era felice. Passeggiavi abbracciato a lei; odio ammetterlo ma credo  che tu stia bene. E la cosa non mi è congeniale. Ora non so, sono sospesa in aria. Ti voglio bene quindi sono davvero -stupidamente- felice per te, cosa che non avrei mai immaginato di dire (vedi il post precedente). Ma, c'è sempre un ma, voglio bene a me e quel poco che ho vissuto con te rendeva davvero felice me. Ecco allora il meglio di me: i miei pensieri che si muovono come dei contorsionisti al cirque du soleil. Attorcigliati, aggrovigliati attorno al tronco come la gramigna. Un parassita che non lascia libera la razionalità. Come sempre contorta. Come sempre di fronte ad un bivio, destra o sinistra, lasciarti andare o aspettarti. Il mio unico problema è che di fronte ad un bivio io vado sempre dritta dritta a sbattere contro il muro, o via per i prati. Una volta ferma ci penserò, ma non riesco proprio a scegliere mentre sono in corsa.

sabato, maggio 12, 2012

tanto tu non lo sai..

Ecco un'altra delle lettere che non leggerai mai. Perchè non avrò mai il coraggio di mandartela, vorrebbe dire mettere in gioco troppo di me, scoprirmi talmente tanto di fronte a te che davvero non posso permettere che succeda. Intanto la scrivo, chissà forse queste parole un giorno ti arriveranno.
Sono uscita con tutte le buone intenzioni stasera, ma a quanto pare sembra non sia destino non pensarti. Trovi sempre il modo per stare in mezzo ai miei pensieri, vorrei proprio sapere come fai e chissà se ti succede la stessa cosa. Mi vengono a dire che stai bene, che sei molto preso e che lei è una brava ragazza. Ed io, con una risolutezza da fare invidia alla regina Elisabetta esordisco con un "ah sono davvero felice per lui". IO FELICE PER TE? Siamo seri. Non sono affatto felice per te, rosico da morire perchè io non sono la ragione dei tuoi sorrisi, sto male per non essere più io al centro dei tuoi pensieri, non mi importa una mazza che sei preso da lei.
Io muoio per te.
Io non dormo per te.
Non mi fa neanche effetto l'alcool per quanto il mio cervello possa essere impegnato.
Mi basta vedere una piccola cosa che ti riguarda per stare bene, seppure non c'entra niente con me.
Sto tranquillamente in un angolo rimuginando sui momenti vissuti insieme.
Ripasso mentalmente la pianta della tua casa per paura di dimenticare qualche dettaglio, perchè ogni cosa è legata a un evento passato insieme.
Rivivo continuamente alcune scene, alcuni tuoi gesti che mi sono rimasti impressi nella mente, neanche li avessi marchiati a fuoco.
Triste destino che mi porta a scivere di nuovo all'ignoto piuttosto che dirti la verità. Ho troppa paura che tu possa scegliere lei, o che addirittura tu l'abbia già scelta. Sarebbe davvero troppo per il mio ego.
Sei l'inizio e la fine di ogni mia giornata, sei la a e la zeta di ogni mio pensiero, sei in ogniddove.
Ma tanto tu non lo sai...

lunedì, maggio 07, 2012

bouncebackability

Ovvero la capacità di riaversi da una batosta o di riprendere slancio dopo aver rallentato.
Una nuova parola caduta per caso proprio oggi nello schermo del mio pc. Ho rallentato parecchio ultimamente e ho impegnato almeno il doppio a ripartire. Solo che una volta ripartita mi sono schiantata di nuovo, repentinamente e non per colpa mia. Un'altra bella discesa, giù per un dirupo senza freni. Ma stavolta però è come se avessi indossato un imbragatura e un elastico: tanto velocemente ad andare giù ma altrettanto velocemente su. Sono tornata sulla strada ed ora mi guardo il rogo di quel che resta di te da quassù. Curiosamente sadico, ma fa tanto bene all'autostima.

venerdì, aprile 27, 2012

dettagli

Non riesco proprio a capacitarmi di come puntualmente ogni sera, come spengo la luce, dopo una giornata intera a convincermi di ogni difetto possibile che ho riscontrato in te, un unico pensiero mi balena in testa: ti voglio. Tutto il ben fatto durante la giornata se ne va a puttane. E il mattino seguente, appena spiccico le palpebre, no forse appena si accende il cervello, sei di nuovo lì. Ti ci aggrappi a quell'unico pensiero.
Non basta metterti contro altri tremila pensieri, si vede che hai una buona presa. E so anche perchè, è quello il guaio. Sono proprio i miei unici ricordi di te che offrono gli appigli a quel pensiero. E quel genere di ricordi, te l'assicuro, sono forti. Non ricordo nè il primo bacio, nè la prima volta che ci siamo visti; figurati neanche la prima volta che abbiamo fatto sesso. Ma ricordo esattamente la prima volta che mi hai guardata in modo diverso, la prima volta che mi hai presa per mano e mi hai portata verso la tua camera da letto con quel fare sornione che ti viene così facile. Quando per strada mi hai ceduto il passo tenendomi una mano sulla schiena; il tuo sguardo compiaciuto quando mi guardavi vestita come piace a te. E ricordo esattamente la tua mano che mi scivolava sulla gamba seguendo la riga delle calze. La prima volta che mi hai raccontato entusiasta di una cosa che avevi visto e ti aveva fatto pensare a me. Di parole non ne hai pronuciate molte, ma credo che i tuoi occhi parlassero molto di più. Sarà per quello che non posso lasciarti uscire dalla mia testa. Un insieme molto ampio di dettagli che creano una rete fitta che ti fa rimbalzare in continuazione da un lato ad un altro della mia mente. Un unico solo dettaglio, invece, mi fa crollare. Non sei più qui con me ma sei con lei. Dettagli.

lunedì, aprile 16, 2012

visione lenticolare

Sto cercando in tutti i modi di trovare una spiegazione plausibile per giustificare il caos calmo che c'è qui dentro me. Tra le varie ipotesi venute fuori credo di averne trovata una molto, molto fantasiosa. Le card a righini che uscivano nelle patatine che davano l'impressione del tridimensionale? Quelle che ruotandole leggermente facevano muovere il soggetto disegnato? Per capirle è necessario che l'occhio tolga la messa a fuoco e si soffermi solo sui contorni. Il metodo di stampa di questo genere si chiama lenticolare, perciò ho preso in prestito il nome per spiegare cosa succede. Sono ancora convinta di quello che tu stai provando, una convinzione che non so assolutamente da dove mi arriva, ma il fatto che i temi a conferma dell'ipotesi sono abbastanza reali mi galvanizza ancora di più. Perciò credo che con te abbia adottato quel genere di occhio. Non mi sono focalizzata sul tuo aspetto, ho tolto il focus sul lato fisico ed ho mantenuto l'attenzione su altri particolari. Non mi ricordo nessun dettaglio fisico, credo di non ricordare neanche molto bene la forma della tua bocca, il colore degli occhi ed altri dettagli simili. La mia vista sfocata mi ha fatto vedere, però, cosa si muove intorno a te: credo di aver percepito la tua anima. Troppo poco tempo? Forse. Ma mi è rimasta intorno. E non riesco a togliermela di torno. Mi hai lasciato degli strascichi perchè probabilmente neanche tu ci credevi troppo all'andare via. Voglio crederci, stavolta mi sento di aver ragione seppure i fatti mi dicono tutto il contrario. Sono sicura di aver visto qualcosa, anche se sfocato. Una visuale diversa non fa di una cosa non reale...o no?

giovedì, aprile 05, 2012

Martini

Martini. Ghiacciato. Due olive. Perfetto.
Cellulare alla mano.
Ciao, come stai? Ma no, cancella.
Ma si, scusa?! Perchè non agire?
Nei film succede sempre che chi agisce poi ha esattamente ciò che desiderava. E perchè, allora, proprio a me dovrebbe andar male? So cosa voglio e vorrei tanto prenderlo.
Ma perchè non chiami?
E' questo quello che vorrei dirti. Basterebbe che componessi una decina di numeri o una sola lettera.
Intanto io sono al numero due: la seconda lettera che ti scrivo e che resta dentro il mio cassetto.
Aspetto. Aspetto che mi chiami, guardo il telefono, controllo se c'è linea, chiamo il numero di casa per confermare che funzioni. In più provo a chiamarmi, per assicurarmi che non abbia problemi il mio cellulare. Funziona tutto.
Benissimo.
C'è linea, c'è credito.
Ma non c'è il coraggio.
Perchè non vendono il coraggio in pillole? Ne prenderei subito due o tre che col martini ghiacciato vanno giù che è una meraviglia.
Schermo vuoto.
Martini ancora ghiacciato.
Ed io ho un solo pensiero fisso.
Ma tanto tu non lo sai.
Ed io mi sento un po' meno patetica.

mercoledì, aprile 04, 2012

...e provvede!

Ultimamente ho uno stretto rapporto con la musica. Più nello specifico con la radio. Ho l'idea che ci sia qualcuno pronto a rispondermi ogni volta che salgo in macchina o accendo lo stereo. Ho tutte le risposte che cerco direttamente dalle canzoni, uno specchio diretto della mia anima. Ciò che mi succede lo sento nelle parole delle canzoni che mi capita di sentire, ma non sono io che me le vado a cercare. Passate o presenti ma comunque mi sorprendono con la loro attinenza. Ma la cosa ancora più straordinaria è nelle nuove canzoni. A parte la somiglianza con una cantante ma le parole che pronuncia nella sua canzone... provvidenziale! Pare che diano voce alla mia essenza, sembrano voler dire esattamente quello ch'io vorrei. Forse lui queste sottigliezze non le coglierà, ma comunque credo che un po' gli verrà da pensarci. Un piccolo dubbio potrebbero farglielo venire quelle parole. Parole che io non avrò mai il coraggio di dire, non ci metterei mai la faccia per dirglielo. Tanto poi lo fanno loro per me. So che ascolta la radio, spesso. E forse lo stesso qualcuno che si muove per me si muoverà affinchè anche lui ascolti, perchè anche lui comprenda. Mi piace l'idea che non abbia bisogno di dirlo io personalmente ma che lo capisca da sè ascoltando quelle stesse parole che mi fanno trasalire.

martedì, aprile 03, 2012

palla al centro

I miei sentimenti sono in sussulto. Fanno un sacco di casino dentro la testa. Mi sveglio con lo stesso pensiero da giorni, lo stesso con cui mi addormento la sera. Posso anche far finta di niente, ma durante la giornata mi capita di nuovo lo stesso pensiero. Non è diffcile capire che tipo di pensiero è. Lo sai benissimo, lo so benissimo. La cosa che mi disturba è che una situazione così io non l'ho mai vissuta. Non sono mai stata così sicura dei miei pensieri. Mi sono fatta un idea della dinamica dei fatti, ma soprattutto delle motivazioni attinenti ai fatti; la cosa sconcertante è che sono sicura che sia vera questa idea. Perchè allora non riesco a muovermi? Sono sicura di quello che voglio io e sono sicura di quello che vuoi tu, non riesco ad attendere che tu faccia qualcosa ma non riesco, allo stesso modo, a fare io qualcosa. E questa situazione di mezzo mi fa star male. Vorrei tanto che ti muovessi e vorrei tanto riuscire a muovermi io. Ho tutti i sensi accesi, sono concentrata sul silenzio per cercare di captare anche un minimo segnale, riuscirei ad identificare persino gli ultrasuoni se solo emettessi un piccolo, minuscolo suono, un movimento, qualcosa. In altri tempi avrei lasciato perdere, non sopporto le situazioni a metà. Non sopporto aspettare, di solito sono una che preferisce l'azione, preferisco il no all'incertezza. Ma non stavolta. Zitto tu, zitta io. Vorrei tanto avere un suggerimento sulla prossima mossa, oppure un fermo se è giusto che stia al mio posto. Immobili in attesa del fischio. Abbiamo chiesto il time out ed ora che il gioco è fermo ognuno starà riflettendo sulla strategia, sarà per questo che non riesco a toglierti dalla mia testa. Forse la partita è ancora aperta, ci siamo solo ritirati ognuno nel proprio spogliatoio per rivedere la tattica. 1-1 palla al centro.

giovedì, marzo 29, 2012

l'erba del vicino

Odio i proverbi, soprattutto quando hanno ragion d'essere.
Situazione: sabato sera in discoteca. Solita compagnia, solito posto.
Mi accorgo di un tizio che fissa dalla nostra parte, in maniera sempre più insistente. Molto carino.
Ma interessato alla mia amica. Si conoscono e alla fine se ne vanno insieme.
Poco male se non fosse altro che mi racconta alcune cose di lui che corrispondono al mio ideale.
Il problema? Ultimamente tutti i ragazzi che sembra corrispondano alla mia idea di uomo vanno verso le altre oppure mi frequentano, anzi a volte basta che mi conoscano solamente, e dopo un po' di tempo scoprono di voler tornare dalle ex o incontrano un'altra e si scoprono super innamorati. Ho pure tentato di andare oltre i miei canoni ma comunque l'epilogo è stato lo stesso.
Ora non voglio fare la vittima ma essendo una fatalista credo molto che il destino ci stia mettendo del suo.
Non mi è molto chiaro il messaggio che vuole mandarmi, probabilmente dovrei resettare l'immagine dell'uomo ideale che ho in testa. Fatto sta che l'erba del vicino è sempre più verde, ma almeno sarebbe opportuno che il destino non mi aiutasse a sbirciare al di là della staccionata.

martedì, marzo 20, 2012

crash test

Consapevole di essere salita su un'auto che va dritta dritta schiantarsi verso un muro.
E  la cosa non mi fa certo paura. Sono tranquilla perchè credo di fare la cosa giusta.
Mi hai detto senza troppi giri di parole che ti succede e senza mezzi termini mi hai detto di essere felice con lei.
Talmente tanto da volermela presentare. Bene, benissimo.
Mi sono sentita come se dentro di me, proprio al centro del mio corpo, ci fosse un mostriciattolo che si diverte a mordicchiare i miei organi interni. La cosa più simpatica? Mi sta bene anche questo.
Se questo vuol dire sentirti, parlarti, vederti mi sta bene.
Non posso fare a meno di te, l'ho fatto per pochi giorni e mi sono sentita morire.
So esattamente che mi sto piantando la zappa sui piedi, come si suol dire, eppure mi sento di continuare.
Forse sono masochista, oppure un'amante del rischio. Non penso alle conseguenze, ma credo che il solo pensiero che tu non faccia più parte della mia vita mi ucciderebbe. Quindi per stare bene ho bisogno che tu ci sia, sebbene questo comporti la sua presenza. Ma almeno ci sei. Ed io sto bene. Il resto non conta.
Diciamo che ho bisogno del crash test, di andare contro quel muro per vedere fino a che punto mi porta la mia sicurezza.


venerdì, marzo 16, 2012

attesa

Tutti dicono di aspettare, so che hanno ragione ma non riesco a farlo. Ogni giorno mi dico: "aspetta domani". Non so cosa tu vorresti che io facessi. Mi si sta arrovellando il cervello pensando a cosa dovrei fare in questi momenti di attesa. Vorrei fare qualcosa che ti lasci a bocca aperta ma ho troppa poca fiducia in me stessa da non riuscire a muovermi. Da te ho solo messaggi contrastanti, tutto al contrario di tutto. Un giorno credo di essere qualcosa per te, un altro invece l'esatto contrario. Intanto aspetto un tuo movimento, un segno, qualcosa insomma. Non riesco proprio a capire, ma forse è difficile per me rassegnarmi al fatto che abbia potuto sostituirmi in così poco tempo. Che nel giro di pochi giorni abbia completamente cambiato la tua idea di me. Preferisco pensare che mi stia mettendo alla prova, in un modo assai insano per la verità, e che presto sarai tu a cercarmi ancora. Mi piace l'idea di esserti ancora dentro e che noi due non abbiamo ancora terminato. Vorrei avere quella sicurezza che mi permette di stare ferma aspettando il tuo ritorno. Ma è snervante, non riesco a stare ferma. Proverò con dei diversivi, forse un taglio di capelli, un giornale, un buon libro, un uscita, una chiacchierata con dei buoni amici, un caffè in compagnia. Chissà, allevieranno l'attesa..

venerdì, marzo 02, 2012

invisibile

Non propriamente invisibile ma posso dire che sono poco visibile. Si soffermano in pochi a guardarmi bene.
Quello che appare è tutt'altra cosa da me. Ho dei bei occhi verdi, non molto grandi e poco visibili a quanto pare. Chiunque si ferma a parlare con me dopo un po' che stiamo parlando esordisce: "ah, ma tu hai gli occhi verdi!". Eh già... ed ora cosa? Ho guadagnato qualche punto in più in bellezza? O sono comunque allo stesso livello di prima? Lo devo prendere come un complimento? Non so.
Rimango stupita da quanta poca attenzione si presta ai particolari e di quanto questa cosa in realtà mi faccia piacere. Mi fa comodo non essere guardata attentamente, anche se dispiace parecchio al mio ego.
Mi sta bene così in pochi sanno il mio segreto, in pochi capiscono che io parlo con gli occhi.
Non posso nascondere nulla se mi tieni lo sguardo. I miei occhi sono trasparenti ecco perchè nessuno li vede da lontano. Riflettono esattamente tutto quello che mi circonda, come quelle vetrine che non puoi vederci attraverso se sei di fuori. Ma basta che ti avvicini meglio e ti accorgi di quello che c'è.

venerdì, febbraio 24, 2012

hic et nunc

Qui ed ora.
Questo è il momento, questo è il posto.
Non ammetto proroghe.
Tu prendi le distanze alla velocità di un neutrino, un secondo fa ero speciale, ora non lo sono.
L'ennesima volta che butti nel cestino i programmi fatti.
Da fare invidia a Giucas Casella: "solo quando lo dico io".
Fin ora mi stava bene, sai cosa? Ora non più!
Hic et nunc. Il gioco cambia, ora sono io che mischio le carte.
Dovrai capire il mio valore se mi vorrai ancora.
Io dico basta, stavolta mi fermo.
Mi sono stancata di correrti dietro, ho l'affanno, ho bisogno di fermarmi a riprendere fiato.
Tu continua, se vuoi. Ci vediamo all'arrivo.



lunedì, febbraio 13, 2012

la sindrome del corridore

L'attimo prima dello sparo, ai posti di partenza.
Mi sento sempre ad un passo dietro la linea bianca, pronta a fuggire al suono della pistola.
Faccio sempre così, quando mi rendo conto che le cose si complicano, che non vanno più secondo i miei piani... scappo.Oppure quando mi sento sottopressione, quando qualcuno cerca di sapere troppo di me, o meglio va oltre i limiti da me imposti.
Fuggo in continuazione. Non riesco ad affrontare gli eventi, soprattutto quando fanno male.
Preferisco fuggire è più semplice.
Almeno posso pensarci su, non agire d'istinto, piangermi un po' addosso, evitando di mostrarmi debole.
Questo è il punto. Scappo perchè non voglio far vedere i miei occhi quando le cose tornano a galla. E' complicato dover spiegare i miei scatti d'ira, giustificare le mie lacrime, far capire i miei abbracci.
Perciò scappo.
Tre, due, uno...

mercoledì, febbraio 08, 2012

essere&non essere

Non so precisamente cosa sono, ma posso dire con certezza cosa non sono.
Non sono una protagonista nè una comparsa, al massimo io sto dietro le quinte a far funzionare le cose.
Non sono falsa, dico sempre ciò che penso, a mio rischio e pericolo.
Non sono coraggiosa di fronte alle emozioni, quando mi rendo conto che sta cambiando qualcosa io scappo. Non sono in grado di gestirle, non sono in grado di gestire me.
Non dico mai la cosa giusta, puntualmente sbaglio. Perchè non rifletto su quello che devo dire, dico solo quello che mi gira per la testa.
Non sono strategica, non faccio mai trucchetti perchè non mi riescono.
Non riesco a fare finta che vada tutto bene quando invece mi danno fastidio le cose.
Non riesco a tenermi dentro le cose, te le dico lo stesso, me ne infischio se possono innervosirti.
Non sono una che si annulla per te. Resto comunque io nonostante faccia del tutto per venirti incontro.
Non so aspettare, l'attesa mi mette l'ansia.
Non sono classificabile: non provarci a mettermi in uno schema, ce ne vorrebbero troppi.
Non sono mai quello che credono, ma lascio comunque che lo credano: mi piace la faccia che fanno quando si accorgono del contrario.
Non sono una stupida, faccio la stupida. E' più semplice per gli altri.
Non sono semplice, mi costruisco giorno per giorno. Sono sempre un cantiere aperto.
Non sono mai la stessa, sono in continuo movimento.
Sono così, prendere o lasciare.

lunedì, febbraio 06, 2012

le tre c

Contorta, Complicata, Contraddittoria.
Questa sono io. Continuamente.
Non so mai se sto seguendo la strada giusta, le mie decisioni sono sempre troppo ponderate o per niente. Nero o bianco. Non conosco le mezze misure. Per questo sono in continuo conflitto. In continua lotta tra il "me" pensante ed il "me" sentimentale. Ho una grande paura a lasciarmi andare, vivo le situazioni sempre in modo molto controllato per evitare gli errori di percorso. Non mi sento mai adeguata, non mi sento mai perfetta. Sono tutto il contrario di tutto. Tanto perchè tu lo sappia...

mercoledì, febbraio 01, 2012

briciole

Forse sta davvero accadendo qualcosa. Ho l'ansia nel pensarti, ho paura che tu non sia coinvolto allo stesso modo di quanto invece lo sono io. Ho perso la coerenza nelle scelte, dico che oggi farò in un certo modo e poi cambio in continuazione idea per adattarmi ai tuoi movimenti. Ma cosa mi succede? Non era preventivato. Non so assolutamente come comportarmi. Dovrei abbandonarmi a quello che provo, lasciarmi andare, ma non voglio farlo se tu non stai andando verso la stessa direzione. Vorrei percorrere lo stesso tragitto, camminare dietro i tuoi passi. Vorrei che tu fossi come Pollicino: ho bisogno che mi lasci delle briciole a terra, per segnare il tuo cammino, in modo da capire dove sei diretto.

frasi

Ho setacciato tutti i baci perugina, spezzato tutti i biscotti della fortuna disponibili, girato tutte le pagine del libro delle risposte in cerca della frase giusta. Di quello che vorrei sentirmi dire adesso. Ho bisogno di sapere che sto andando bene, che sto facendo la cosa giusta, che il pensarti va bene perchè anche tu provi lo stesso. Ma quella frase non c'era. E non arriva neanche da te. Controllo mille volte il cellulare in attesa di una tua chiamata, nella speranza che arrivi un sms. Forse dovrei smettere di aspettare e godermi semplicemente il momento, perchè pensarti mi fa bene. E non cercare altro. Concentrarmi sull'effetto che fa. Rimettere me al centro.

martedì, gennaio 31, 2012

punto e a capo

Inizia una frase.
Fino a poco tempo fa mi chiedevo come si potesse amare così tanto qualcuno da stare male; così tanto che la sua assenza ha creato degli scompensi, oltre che psichici, fisici; così tanto da credere che il mondo avesse smesso di girare; e poi accorgersi che si sopravvive a tutto quel dolore. Un dolore diventato odio, tanto odio. Un odio che non mi faceva pronunciare nulla che potesse avere un rimando a lui, un odio che mi faceva desiderare di stare ferma per paura che potessi in qualche modo incontrarlo. Un odio che col tempo si è trasformato in rassegnazione. Un andare avanti per forza, per inerzia. Una biglia che rotola in discesa, sempre più veloce. E sempre più veloce tutto si è trasformato in ricordo. Lo amavo, ora lo ricordo.
Come è possibile? Cosa avviene esattamente? Il cuore è talmente pieno di sangue, globuli rossi e piastrine che tutti indaffarati non fanno altro che riparare le ferite? Succede così anche con i sentimenti?
Meno male, si va avanti. Mi vien da dire. Circolano ancora dentro di me degli sprazzi di passato che riemergono talvolta nelle giornate uggiose, o nei momenti malinconici. Ma mi sono resa conto di aver messo il punto. Ora si va a capo.

sabato, gennaio 07, 2012

Tramontana

Ossia il vento del nord.
Nella tradizione il vento del nord era considerato il vento che governava il cambiamento, un vento di natura aggressiva, probabilmente perché le correnti che provengono dal nord sono generalmente molto fredde e soprattutto hanno una forza non indifferente.
Ieri per tutta la giornata ha soffiato in continuazione. Ho lasciato che mi travolgesse per attuare in completo il cambiamento che sta avvenendo dentro di me.
Ci voglio credere fino in fondo.
Voglio credere che la tramontana mi soffi fin dentro le ossa.
Mi ha lasciato un gran bel raffreddore, ma spero che finalmente abbia spazzato via con tutta la sua forza anche le più piccole briciole rimaste.
Se è vero che il vento del nord porta in sè il cambiamento, non poteva scegliere un momento migliore di questo per soffiare...

mercoledì, gennaio 04, 2012

ordine

Anno nuovo, vecchie consuetudini.
In fondo sarebbe bello pensare che allo scattare della mezzanotte si potesse premere un pulsante RESET, per azzerare tutto e cominciare un nuovo anno.
Illusione che dura poco, perchè l'anno precedente non finisce mai davvero, porti gli strascichi per molto tempo ancora. Finché non si risolvono non svaniscono, restano sempre lì a torturarti.
Ho vissuto un anno di standby, chiusa in una stanza -il mio cervello in realtà- e non trovavo alcuna via d'uscita.

Sono rimasta bloccata ad esplorare il dolore, l'ho scavato per bene e l'ho cacciato fuori. Tutto. Completamente. Ed ora, aprendo la porta, ho trovato le cose che avevo lasciato in sospeso che mi aspettavano. Mi sono resa conto che per cominciare veramente daccapo è necessario fare pulizia, togliere tutte le cose vecchie, finire le situazioni lasciate sospese. Bisogna fare spazio per le cose nuove che arriveranno. Così ho cominciato con lo svuotare l'armadio, togliendo di mezzo tante cose perchè per avere un po' di ordine nella testa si comincia col mettere in ordine l'armadio.