venerdì, aprile 24, 2015

Comodato d'uso.

"Mio" non è possibile accostarlo ad una persona. Piuttosto sarebbe da dire che le persone che scegliamo di avere accanto le abbiamo in comodato d'uso.
Possiamo godere della loro presenza, finché uno dei due -o chi per loro- non decida di interrompere il contratto non scritto; non ci è permesso di avere il diritto di proprietà su quella persona.
È un fondamento essenziale del rapporto questo; ti cambia la prospettiva, ti modifica la maniera in cui vivi la persona.
Sai che non hai diritti, al massimo qualche dovere; sei consapevole che ti è data la possibilità di goderti tutti gli istanti che decide di regalarti, ma non puoi imporgli di esserti affianco.
Possiamo decidere quando è il momento di approfittare di questo grande regalo che è averlo affianco, ma non sai per quanto tempo effettivamente potrai usufruirne. 
Lo svantaggio è che l'investimento emozionale è ben più alto, perché sì, puoi lasciare andare chiunque, ma ciò che ti resta dentro è un bel malloppo di cose da sistemare, selezionare e mettere da parte.
Effettivamente sulle persone esercitiamo una sorta di comodato d'uso, perché ci si sfrutta a vicenda, ci si mescola, ci si separa e poi di nuovo ad libitum, finché poi succede che questo unire si fermi, succede che tutto questo mischiare nel momento in cui ci si ferma si cominci a separare e perciò si torna ad essere persone distinte. 
Sarebbe meglio limitarsi al semplice stare affianco, ma come si fa a dire al cuore di smetterla di intromettersi?
Perciò una volta terminato il contratto che si fa? Cosa puoi dare indietro?
Come si possono radunare i sentimenti?



lunedì, aprile 06, 2015

Andrà tutto bene.

Quando sai che di fronte hai un avversario degno del suo nome, quando la situazione che ti si propina è difficoltosa, quando non sei al massimo delle forze ma le usi come se invece le avessi d'avanzo, quando sei in ansia per qualcosa perché non sai effettivamente come andrà a finire, questi attimi qui, non sai cosa farti venire in mente per superarli. Ci metti anima e corpo a prescindere, dai tutto per l'incognita, perché in fondo lo sai che andrà tutto bene. Te lo senti dentro.
Andrà tutto bene.
Hai bisogno di crederlo perché non basta superare un giorno per gioire, lo sai che il traguardo è solo un punto, in realtà non hai nemmeno cominciato ad iniziare, superare una battaglia non ti fa vincere una guerra. 
Andrà tutto bene.
Perché tu ce l'hai fatta a passare il peggio, va bene, ma mica è finita.
Lo scalino più alto l'hai salito, ma la scala è ancora lunga. Mi viene il fiatone a pensarci, ma se ho superato il difficile non può essere tanto male il resto.
Poi ci penso e vedo che in fondo alla scala non c'è nessuno a voler condividere la mia vittoria. Nessuno a dirmi: "brava. Ce l'hai fatta."
Intorno ho dei buoni amici, che mi aiutano nella salita, ma continuo a pensare di non voler salire tutti questi scalini per la mia gloria personale, io so che ce la faccio, quindi perché continuare se non c'è nessuno ad attendermi, manco a metà?
Soddisfazione personale, ok.
Ma tu dove sei?
Tu, uomo che ti congratuli con me per il ben fatto, perché ti piace vedermi arrivare?
Io vorrei muovermi verso di te, ma ancora non ti vedo, sei lontano, perché non mi vieni incontro?
Andrà tutto bene.
Io lo so.
E tu?