giovedì, maggio 31, 2012

penelope

Adesso basta!
Si, certo come no.
Quante volte l'avrò detto ultimamente? Troppe.
Ogni volta mi impunto, decido che è ora di smetterla con te, che tutto questo pensarti non mi porterà da nessuna parte. Sono arrivata davvero al limite del patetico, me ne rendo conto. Ma non riesco a fare altro. E' sempre la stessa storia da mesi ormai. Ti penso, continuamente. Trovo qualsiasi scusa per pensarti. Ti cerco in ogni cosa. Trovo mille scuse, mi appiglio a tutto. Senza, però, realizzare nulla di concreto, perchè alla fine resto ferma dentro dei confini che mi sono creata da sola. Mentre tu sei lì, ignaro di quello che succede qui, nel mio mondo. In attesa che tu possa fare un piccolo passo, che ti venga in mente di tornare sulla strada che porta a me. Mi sembra di essere come Penelope: faccio e disfo una tela da così tanto tempo da non ricordarmi nemmeno il disegno. Inizio a tessere le mie intenzioni tutte insieme, per cercare di capirci qualcosa, ma poi arriva la notte, e si sa che di notte i pensieri si fanno più forti. Tutto il resto si zittisce e l'eco del cuore mi rimbomba fino su al cervello. E la trama del giorno piano piano si sfila. Ed io sono punto a capo.

mercoledì, maggio 30, 2012

pianeta satellite

Che io continui a pensare e pensare le stesse cose da tempo, ormai non ha più senso. Aspettare che sia tu a fare una mossa, potrei mettere i capelli bianchi nel frattempo. Non ho il coraggio di cambiare le cose, forse per orgoglio, forse per pura e semplice paura di un rifiuto. Ma continuare con questa situazione non è sano. Odio la parte di me che ti cerca, che vuole trovare significati e risposte nei posti più disparati. Qualsiasi avvenimento mi porta a pensare che esista un collegamento con te. Sono diventata come un pianeta satellite, sono sempre sulla stessa orbita, sempre alla stessa distanza da te e ti giro intorno. Continuamente. Senza poterti incrociare, senza cambiare nulla, impotente. Ma è davvero questo il modo di volere una persona? Credo che sia venuto il momento di riposizionare la mia orbita oppure di abbandonare le coordinate attuali e cercare un altro posto. L'universo è così grande, vuoi che non ci sia un posticino per starmene tranquillamente e girare su me stessa?

giovedì, maggio 24, 2012

destra o sinistra?

Per caso, non me l'aspettavo, ma ti ho visto.
Eri con lei, non ho visto il tuo viso per paura di vederti felice.
Ho visto il suo di viso, e lei, ovviamente, era felice. Passeggiavi abbracciato a lei; odio ammetterlo ma credo  che tu stia bene. E la cosa non mi è congeniale. Ora non so, sono sospesa in aria. Ti voglio bene quindi sono davvero -stupidamente- felice per te, cosa che non avrei mai immaginato di dire (vedi il post precedente). Ma, c'è sempre un ma, voglio bene a me e quel poco che ho vissuto con te rendeva davvero felice me. Ecco allora il meglio di me: i miei pensieri che si muovono come dei contorsionisti al cirque du soleil. Attorcigliati, aggrovigliati attorno al tronco come la gramigna. Un parassita che non lascia libera la razionalità. Come sempre contorta. Come sempre di fronte ad un bivio, destra o sinistra, lasciarti andare o aspettarti. Il mio unico problema è che di fronte ad un bivio io vado sempre dritta dritta a sbattere contro il muro, o via per i prati. Una volta ferma ci penserò, ma non riesco proprio a scegliere mentre sono in corsa.

sabato, maggio 12, 2012

tanto tu non lo sai..

Ecco un'altra delle lettere che non leggerai mai. Perchè non avrò mai il coraggio di mandartela, vorrebbe dire mettere in gioco troppo di me, scoprirmi talmente tanto di fronte a te che davvero non posso permettere che succeda. Intanto la scrivo, chissà forse queste parole un giorno ti arriveranno.
Sono uscita con tutte le buone intenzioni stasera, ma a quanto pare sembra non sia destino non pensarti. Trovi sempre il modo per stare in mezzo ai miei pensieri, vorrei proprio sapere come fai e chissà se ti succede la stessa cosa. Mi vengono a dire che stai bene, che sei molto preso e che lei è una brava ragazza. Ed io, con una risolutezza da fare invidia alla regina Elisabetta esordisco con un "ah sono davvero felice per lui". IO FELICE PER TE? Siamo seri. Non sono affatto felice per te, rosico da morire perchè io non sono la ragione dei tuoi sorrisi, sto male per non essere più io al centro dei tuoi pensieri, non mi importa una mazza che sei preso da lei.
Io muoio per te.
Io non dormo per te.
Non mi fa neanche effetto l'alcool per quanto il mio cervello possa essere impegnato.
Mi basta vedere una piccola cosa che ti riguarda per stare bene, seppure non c'entra niente con me.
Sto tranquillamente in un angolo rimuginando sui momenti vissuti insieme.
Ripasso mentalmente la pianta della tua casa per paura di dimenticare qualche dettaglio, perchè ogni cosa è legata a un evento passato insieme.
Rivivo continuamente alcune scene, alcuni tuoi gesti che mi sono rimasti impressi nella mente, neanche li avessi marchiati a fuoco.
Triste destino che mi porta a scivere di nuovo all'ignoto piuttosto che dirti la verità. Ho troppa paura che tu possa scegliere lei, o che addirittura tu l'abbia già scelta. Sarebbe davvero troppo per il mio ego.
Sei l'inizio e la fine di ogni mia giornata, sei la a e la zeta di ogni mio pensiero, sei in ogniddove.
Ma tanto tu non lo sai...

lunedì, maggio 07, 2012

bouncebackability

Ovvero la capacità di riaversi da una batosta o di riprendere slancio dopo aver rallentato.
Una nuova parola caduta per caso proprio oggi nello schermo del mio pc. Ho rallentato parecchio ultimamente e ho impegnato almeno il doppio a ripartire. Solo che una volta ripartita mi sono schiantata di nuovo, repentinamente e non per colpa mia. Un'altra bella discesa, giù per un dirupo senza freni. Ma stavolta però è come se avessi indossato un imbragatura e un elastico: tanto velocemente ad andare giù ma altrettanto velocemente su. Sono tornata sulla strada ed ora mi guardo il rogo di quel che resta di te da quassù. Curiosamente sadico, ma fa tanto bene all'autostima.