mercoledì, giugno 22, 2011

Ieri

“Farewell, non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d'estate con qualcosa di fragile come le storie passate: forse un tempo poteva commuoverti ma ora è inutile credo, perché ogni volta che piangi e che ridi non piangi e non ridi con me.„
E' il sentimento dell'estate che ti porta a vedere le cose in maniera diversa; non so voi, ma a me fa questo effetto. L'estate schiarisce la mente, forse perchè uno ce l'ha più leggera. Mi sono ritrovata, quindi, in equilibrio puro di indifferenza non voluta: non mi da più fastidio sentire il tuo nome, la tua città, il tuo cognome, o qualsiasi cosa che potesse far riferimento a te. Mi sono ritrovata a ricordare il passato con tenerezza, dei dolci ricordi di qualcosa che -finalmente- fa parte di uno ieri che ho molto odiato. Una stasi leggera, sorridente. Per questo motivo non ha più senso versare lacrime, inveire, ridere di te. Non fai più parte di me.

martedì, giugno 21, 2011

vendetta agrodolce

"un uomo che medita vendetta mantiene fresche le sue ferite" Francesco Bacone
Ed è una triste verità. Ho avuto alcune occasioni prima di questa, ma in fondo non le ritenevo adatte alla mia idea di vendetta. L'avevo ben pianificata, avevo esattamente in mente come sarebbe dovuto accadere. Conoscevo le parole che mi avrebbe detto, sapevo come sarebbe successo, una donna lo sa, lo sente. Sapevo anche come avrei risposto io, avevo il messaggio pronto da tempo. Ed è successo esattamente come lo immaginavo. L'ho detto prima, una donna lo sente. Non nascondo che nel momento in cui tutto si stava realizzando provavo un senso di godimento puro. Ma non è vero che la vendetta è dolce. Non credo per nulla che sia un piatto che va servito freddo. La verità è che la vendetta è un gusto agrodolce. Ti gratifica nel momento in cui si realizza, ma lascia un retrogusto amaro.

lunedì, giugno 20, 2011

Castelli in aria

E poi la mente comincia a vagare per fatti suoi.
Mi vedo dal basso, proiettata in su, nuotare in mezzo alle nuvole.
Sospesa a mezz'aria tra le congetture che si formano e i pensieri realistici.
Così cominciano a formarsi dei mattoncini, che si sovrapongono l'un l'altro, mantenuti dal cemento delle mie convinzioni. Vedo formarsi stanzoni, portoni, lucernari, torrette.
Serpeggiano all'interno tutte le occasioni che voglio perdere, tutto quello che vorrei salvare dai ricordi. Un'archivio immenso di roba da risistemare, mettere a posto, rassettare.
Immagino situazioni paradossali, piene di rivalsa del mio io, di vendetta, di tenerezza, di perdono.
Mi sento talmente sicura nella mia immaginaria fortezza, tanto da convincermi che sia veramente così; tanto da barricarmi all'interno di queste mura soffici.
E la mia mente viaggia in una valle piena di castelli.
Castelli in aria che basta una folata di vento per scacciarli.

mercoledì, giugno 08, 2011

Che peccato!

"Cosa mi manca di lei? Mi manca soprattutto il futuro. Nel senso che mi mancano tutte le cose che ancora non so e che avrei voluto scoprire con lei. Mi manca tutto ciò che avremmo potuto vivere insieme."
Perchè in effetti è così, in fondo si riescono a trovare mille altre persone migliori. Ma resta sempre il dubbio che le cose sarebbero potute andare per un altro verso. Resta il magone pensando al futuro, a come sarebbe stato continuare una storia così bella. Pensieri inutili, in fondo. Rimuginare su un futuro inimmaginabile ormai non aiuta a migliorare la situazione, anche perchè la persona a cui sono rivolti sembra fregarsene altamente. A maggior ragione allora bisognerebbe traslare su un altro piano queste sensazioni e trasformarli in semplici ricordi. Che fanno meno male.

"Vedessi com’è grande
il pensiero del mare
dove il mio dolce amore oggi è andato a pescare
vedessi com’è grande
la vela del pensiero
eppure sono sola come un vecchio mistero
vedessi che coralli
ci sono in fondo al mare

e lui non mi ha pescato perché doveva
andare

vedessi come piango
un pianto universale
un amore così bello
non doveva fare male "

Alda Merini

martedì, giugno 07, 2011

In equlibrio

Alla fine si rimane in piedi, anche se sembrava impossibile. Oscillazioni fortissime che ti fanno pensare di non farcela, credi di cadere, arrivi quasi a terra. Ma ci si rialza sempre, in un modo o nell'altro. Si trova sempre la forza di ritrovare l'equilibrio. In fisica quando un sistema è spostato dalla sua posizione di equilibrio ed è lasciato libero di oscillare, le sue oscillazioni hanno una o più frequenze caratteristiche. Il numero e i valori di queste frequenze dipendono dalle caratteristiche del sistema. Dipende in sostanza da te. Per quanto intense possano essere queste oscillazioni, sarai tu a decidere quanto farle durare, sarai tu a decidere quale sarà il momento per tornare nella posizione di stabilità. Certo è che ci sono anche molte altre sollecitazioni esterne che possono compromettere la tua decisone di tornare in equilibrio, ma c'è un momento in cui più niente ti sposta, il momento in cui riesci ad ancorarti al tuo centro, in perfetto equilibrio sul tuo mondo.