venerdì, maggio 17, 2013

Ennesima

Ne ho viste tante passare, alte, basse, magre, grasse, belle, brutte, more, bionde, rosse.
Più o meno intelligenti, più o meno profonde, più o meno disponibili.
Tre quarti della popolazione femminile passata davanti i tuoi occhi, chissà quante, in fondo, son poi restate.
Io sono semplicemente una delle tante, anche se credevo di essere altro, almeno un po' di quello che ho pensato io di te.
Che poi tu scriva in continuazione parole con dei rimandi alla nostra piccola esperienza non spiega granché, tu hai detto che ho equivocato. Forse hai ragione tu.
Eppure io quelle parole me le sento addosso sempre di più, ne traduco un senso che mi veste a pennello, una descrizione di qualcosa che conosco alla perfezione. Quelle parole sanno di me, hanno il retrogusto delle nostre conversazioni; davvero difficile per me fare finta che non c'entrano con la nostra piccola esperienza.
Ma tu non mi vedi, ho riposto in te la speranza di altro, non lo vedi proprio ciò che risiede al di fuori dei contorni.
Oppure sei davvero bravo, ma bravo bravo. Così tanto da attingere da questo indefinito e farne un racconto con valenze differenti; così tanto da inventare dei sentimenti così riconducibili alla realtà, così tanto da calarti molto bene nella parte. Beh se così fosse, complimenti. 
Hai talento.

mercoledì, maggio 08, 2013

chissà, forse.

"Chi non rompe mai nulla non imparerà mai a creare qualcosa di duraturo" [cit.]
Poi ci arrivi eccome al limite.
Arriva quel momento in cui decidi di saltare.
Prendi la decisione di lanciare la palla oltre la rete, sperando che dall'altro lato ci sia qualcuno pronto a prenderla o quantomeno a tenerla per sé.
Ma quando cade a terra ci resti comunque un po' male.
Te ne sei stata lì a rigirartela per benino, guardandola, cercando di capire quale fosse il punto giusto da colpire, il momento in cui avresti dovuto tirarla. Hai calcolato la forza, la gravità, l'inerzia, la traiettoria, le forze contrarie, tutto. Ed hai lanciato.
Tu non l'hai presa, non l'hai nemmeno toccata, non c'hai nemmeno provato.
Te ne sei stato fermo a guardarla cadere.
Sono convinta che se dev'essere, sarà. Che se un Dio, un destino o quant'altro hanno deciso un giorno di giocarsela ai dadi ed è uscito fuori che io e te ci saremmo incontrati, mi hanno messo di fronte migliaia di carta straccia ormai, coincidenze del cavolo a cui mi sono attaccata come una zanzara alla luce, sperando che non fosse la luce della zanzariera.
Mai mi sono preoccupata di guardare le coincidenze come stavolta, mai mi sono posta il problema di inseguire così tanto qualcuno, mai mi sono lasciata andare alle situazioni; ho pensato che la vita mi stava portando da qualche parte e visto che lo stava facendo con così tanta convinzione mi sono detta: perché no?
Ecco, appunto.
Bene io ho tentato e son caduta. Capita.

"Sarà che con te non ho chiesto il permesso, sarà che due errori di fila non fanno un successo,che ho milioni di strade, ma a te non ne porta nessuna, sarà che sei solo una perla e non una collana."