venerdì, aprile 27, 2012

dettagli

Non riesco proprio a capacitarmi di come puntualmente ogni sera, come spengo la luce, dopo una giornata intera a convincermi di ogni difetto possibile che ho riscontrato in te, un unico pensiero mi balena in testa: ti voglio. Tutto il ben fatto durante la giornata se ne va a puttane. E il mattino seguente, appena spiccico le palpebre, no forse appena si accende il cervello, sei di nuovo lì. Ti ci aggrappi a quell'unico pensiero.
Non basta metterti contro altri tremila pensieri, si vede che hai una buona presa. E so anche perchè, è quello il guaio. Sono proprio i miei unici ricordi di te che offrono gli appigli a quel pensiero. E quel genere di ricordi, te l'assicuro, sono forti. Non ricordo nè il primo bacio, nè la prima volta che ci siamo visti; figurati neanche la prima volta che abbiamo fatto sesso. Ma ricordo esattamente la prima volta che mi hai guardata in modo diverso, la prima volta che mi hai presa per mano e mi hai portata verso la tua camera da letto con quel fare sornione che ti viene così facile. Quando per strada mi hai ceduto il passo tenendomi una mano sulla schiena; il tuo sguardo compiaciuto quando mi guardavi vestita come piace a te. E ricordo esattamente la tua mano che mi scivolava sulla gamba seguendo la riga delle calze. La prima volta che mi hai raccontato entusiasta di una cosa che avevi visto e ti aveva fatto pensare a me. Di parole non ne hai pronuciate molte, ma credo che i tuoi occhi parlassero molto di più. Sarà per quello che non posso lasciarti uscire dalla mia testa. Un insieme molto ampio di dettagli che creano una rete fitta che ti fa rimbalzare in continuazione da un lato ad un altro della mia mente. Un unico solo dettaglio, invece, mi fa crollare. Non sei più qui con me ma sei con lei. Dettagli.

lunedì, aprile 16, 2012

visione lenticolare

Sto cercando in tutti i modi di trovare una spiegazione plausibile per giustificare il caos calmo che c'è qui dentro me. Tra le varie ipotesi venute fuori credo di averne trovata una molto, molto fantasiosa. Le card a righini che uscivano nelle patatine che davano l'impressione del tridimensionale? Quelle che ruotandole leggermente facevano muovere il soggetto disegnato? Per capirle è necessario che l'occhio tolga la messa a fuoco e si soffermi solo sui contorni. Il metodo di stampa di questo genere si chiama lenticolare, perciò ho preso in prestito il nome per spiegare cosa succede. Sono ancora convinta di quello che tu stai provando, una convinzione che non so assolutamente da dove mi arriva, ma il fatto che i temi a conferma dell'ipotesi sono abbastanza reali mi galvanizza ancora di più. Perciò credo che con te abbia adottato quel genere di occhio. Non mi sono focalizzata sul tuo aspetto, ho tolto il focus sul lato fisico ed ho mantenuto l'attenzione su altri particolari. Non mi ricordo nessun dettaglio fisico, credo di non ricordare neanche molto bene la forma della tua bocca, il colore degli occhi ed altri dettagli simili. La mia vista sfocata mi ha fatto vedere, però, cosa si muove intorno a te: credo di aver percepito la tua anima. Troppo poco tempo? Forse. Ma mi è rimasta intorno. E non riesco a togliermela di torno. Mi hai lasciato degli strascichi perchè probabilmente neanche tu ci credevi troppo all'andare via. Voglio crederci, stavolta mi sento di aver ragione seppure i fatti mi dicono tutto il contrario. Sono sicura di aver visto qualcosa, anche se sfocato. Una visuale diversa non fa di una cosa non reale...o no?

giovedì, aprile 05, 2012

Martini

Martini. Ghiacciato. Due olive. Perfetto.
Cellulare alla mano.
Ciao, come stai? Ma no, cancella.
Ma si, scusa?! Perchè non agire?
Nei film succede sempre che chi agisce poi ha esattamente ciò che desiderava. E perchè, allora, proprio a me dovrebbe andar male? So cosa voglio e vorrei tanto prenderlo.
Ma perchè non chiami?
E' questo quello che vorrei dirti. Basterebbe che componessi una decina di numeri o una sola lettera.
Intanto io sono al numero due: la seconda lettera che ti scrivo e che resta dentro il mio cassetto.
Aspetto. Aspetto che mi chiami, guardo il telefono, controllo se c'è linea, chiamo il numero di casa per confermare che funzioni. In più provo a chiamarmi, per assicurarmi che non abbia problemi il mio cellulare. Funziona tutto.
Benissimo.
C'è linea, c'è credito.
Ma non c'è il coraggio.
Perchè non vendono il coraggio in pillole? Ne prenderei subito due o tre che col martini ghiacciato vanno giù che è una meraviglia.
Schermo vuoto.
Martini ancora ghiacciato.
Ed io ho un solo pensiero fisso.
Ma tanto tu non lo sai.
Ed io mi sento un po' meno patetica.

mercoledì, aprile 04, 2012

...e provvede!

Ultimamente ho uno stretto rapporto con la musica. Più nello specifico con la radio. Ho l'idea che ci sia qualcuno pronto a rispondermi ogni volta che salgo in macchina o accendo lo stereo. Ho tutte le risposte che cerco direttamente dalle canzoni, uno specchio diretto della mia anima. Ciò che mi succede lo sento nelle parole delle canzoni che mi capita di sentire, ma non sono io che me le vado a cercare. Passate o presenti ma comunque mi sorprendono con la loro attinenza. Ma la cosa ancora più straordinaria è nelle nuove canzoni. A parte la somiglianza con una cantante ma le parole che pronuncia nella sua canzone... provvidenziale! Pare che diano voce alla mia essenza, sembrano voler dire esattamente quello ch'io vorrei. Forse lui queste sottigliezze non le coglierà, ma comunque credo che un po' gli verrà da pensarci. Un piccolo dubbio potrebbero farglielo venire quelle parole. Parole che io non avrò mai il coraggio di dire, non ci metterei mai la faccia per dirglielo. Tanto poi lo fanno loro per me. So che ascolta la radio, spesso. E forse lo stesso qualcuno che si muove per me si muoverà affinchè anche lui ascolti, perchè anche lui comprenda. Mi piace l'idea che non abbia bisogno di dirlo io personalmente ma che lo capisca da sè ascoltando quelle stesse parole che mi fanno trasalire.

martedì, aprile 03, 2012

palla al centro

I miei sentimenti sono in sussulto. Fanno un sacco di casino dentro la testa. Mi sveglio con lo stesso pensiero da giorni, lo stesso con cui mi addormento la sera. Posso anche far finta di niente, ma durante la giornata mi capita di nuovo lo stesso pensiero. Non è diffcile capire che tipo di pensiero è. Lo sai benissimo, lo so benissimo. La cosa che mi disturba è che una situazione così io non l'ho mai vissuta. Non sono mai stata così sicura dei miei pensieri. Mi sono fatta un idea della dinamica dei fatti, ma soprattutto delle motivazioni attinenti ai fatti; la cosa sconcertante è che sono sicura che sia vera questa idea. Perchè allora non riesco a muovermi? Sono sicura di quello che voglio io e sono sicura di quello che vuoi tu, non riesco ad attendere che tu faccia qualcosa ma non riesco, allo stesso modo, a fare io qualcosa. E questa situazione di mezzo mi fa star male. Vorrei tanto che ti muovessi e vorrei tanto riuscire a muovermi io. Ho tutti i sensi accesi, sono concentrata sul silenzio per cercare di captare anche un minimo segnale, riuscirei ad identificare persino gli ultrasuoni se solo emettessi un piccolo, minuscolo suono, un movimento, qualcosa. In altri tempi avrei lasciato perdere, non sopporto le situazioni a metà. Non sopporto aspettare, di solito sono una che preferisce l'azione, preferisco il no all'incertezza. Ma non stavolta. Zitto tu, zitta io. Vorrei tanto avere un suggerimento sulla prossima mossa, oppure un fermo se è giusto che stia al mio posto. Immobili in attesa del fischio. Abbiamo chiesto il time out ed ora che il gioco è fermo ognuno starà riflettendo sulla strategia, sarà per questo che non riesco a toglierti dalla mia testa. Forse la partita è ancora aperta, ci siamo solo ritirati ognuno nel proprio spogliatoio per rivedere la tattica. 1-1 palla al centro.