sabato, aprile 26, 2014

Silenzio.

E poi il silenzio.
Ricerca disperata di un sussurro.
Tante voci, insignificanti, diventano solo rumore ad un orecchio che attento non ci vuole proprio stare.
Consigli.
Ma di cosa poi?
Né pulpito, né assemblea.
Uno.
Il solo.
Ma non il silenzio, no.
Troppe le ore piccole, con grandi pensieri.
Mappe che segnano percorsi già battuti.
Troppe orme che non coincidono affatto.
Nemmeno l'effimero ha un senso. 
Ha perso perfino l'astratto disegno di realtà.
Ti cerco ma non so chi sei.
Ti voglio ma non so come averti.
Ti pretendo ma non so descriverti.
Un continuo andirivieni di passato, che mi sconcerta ancor più.
Allora penso che forse è un ripasso, uno sfogliare di pagine già lette per arrivare al segno che mi indica dove ero arrivata.
Che il capitolo essenziale debba ancora arrivare, sta solo qualche foglio più in là.
Intanto la notte non fa rumore, nemmeno lei. Tutto tace.
Ed io sono in attesa di non so chi, cosa.
Quando e come e se.
Un irrisoria ansia, un futuro che non si appresta ad arrivare, la quiete.
Che non so se la tempesta l'ho superata o deve ancora arrivare.
Paura, che quella trascorsa fosse un semplice temporale.
Nessuna previsione aiuta, non ci sono segni.
Il destino fischietta e guarda in su, dai un bacio a chi vuoi tu.
E non c'è. 
Trovo solo lo zittire di cose.
Ed ancora il silenzio.

martedì, aprile 08, 2014

Quelli che passano.

Non siamo mica qui a dover per forza salvare tutti. Non dobbiamo mica starcene a rovistare tra i problemi degli altri cercando di trovare una soluzione. C'è chi, in quei problemi ci sta bene, si sente a proprio agio. Chi sono io per rompere l'equilibrio, in nome di cosa? La salvezza e la salvaguardia della specie? Naaa.
I tempi di Darwin sono finiti, da curioso puoi startene sul ciglio della strada ad osservare la moltitudine dei soggetti che ti si propinano davanti, qualcuno sorride, qualcuno ti abbraccia per un po', qualcun'altro pensa di doverti dare qualcosa per forza, altri passano e guardano solamente. C'è anche qualcuno che guarda all'altro lato e nemmeno si accorge che sei lì.
Tutto passa, almeno una volta, se è lì che deve passare. E dal passaggio nascono le connessioni interpersonali, fili sottilissimi che si intrecciano, girano intorno, si allontanano e poi ritornano. A volte si spezzano, altre si rinsaldano. 
Ma ognuno resta se stesso e se quel filo non vuole legarselo lo lascia scorrere, aspettando che ne arrivi un'altro. 
Io in fondo non ho mai voluto qualcuno a tal punto da volerlo a tutti i costi.
Molte persone sono passate da queste parti, ma tutte quelle che sono volute in qualche modo andar via le ho lasciate fare, non che non mi importasse, anzi. A discapito della mia felicità, le ho lasciate libere, perché non si costringe nessuno a restare. 
Io mi basto, non sempre, ma comunque posso farcela. Chi decide di restare sa che la mia vita non si tocca. L'incontro tra due persone è un incastro, ma sono i due lati di una cerniera: finché c'è il sentimento che le tiene unite la cerniera si chiude, se il sentimento svanisce i due lati si aprono. Ma erano due sia prima che dopo. Perciò io resto io, con te o senza.
Sei libero di restare o di andare. 
Non sarò certo io a fermarti, non lo farò mai. 
Se è qui che devi passare, lo farai. Prima o poi.

venerdì, aprile 04, 2014

Congetture

Non so ancora come mai io mi sia fermata a pensarci, camminare a ritroso verso i ricordi che in fondo ci hanno legato.
Non sei mai stato una presenza fissa tu.
Ci sei spesso, ma anche mai.
Ti incontro sempre in momenti impensabili per allontanarci subito dopo, chissà perché però ogni volta le sensazioni son le stesse. 
Non che mi sia concentrata nel trovare per forza connessioni ma ad un'analisi spicciola posso asserire con tranquillità che tu ci sei sempre stato nei momenti di cambiamento epocale. In tutte le cose straordinarie che mi sono successe, "guarda caso", eri presente, non fisicamente, ma c'eri perché ho avuto la necessità di dirtelo. 
E chissà per quale strano motivo sto pensando ora al tuo imbarazzo nel tenermi lo sguardo, alla tua stima a prescindere, senza che tu sappia effettivamente granché di me, ai tuoi abbracci, che non so fino a che punto sono nel tuo modo d'essere.
Non ho mai detto di te che eri bellissimo, ma c'è sempre stato un non so che, tanto da doverlo scrivere.
Forse è solo una semplice amicizia, alimentata da una similitudine di menti, di modi d'essere e di pensare. Così vicini.
Congetture che mi fanno creare connessioni strane, figuriamoci se io sn all'altezza di starti pure affianco per un caffè. 
Mondi troppo distanti, irrangiungibili.
Ma in contatto, comunque e per chissà quale ragione astrofisica.
La mia orbita è parallela alla tua, forse siamo pianeti gemelli, chissà.
Non ho risolto granché nemmeno mettendolo nero su bianco, i dubbi son gli stessi, non ho capito niente di più.
Solo ipotesi che credo non avranno mai una possibilità di essere sperimentate. 
Non ho altri indizi a riguardo, però ho avuto la necessità di tenerlo impresso in qualche modo, che non sia un inizio?