lunedì, agosto 25, 2014

Bozzetto.

Come si fa a riprendere se stessi?
Esiste, effettivamente, un metodo per poter avere in mano la propria vita?
Focalizzare il proprio io, davvero è una cosa fattibile?
Io parto dal presupposto che è vero che il centro della propria esistenza sta nel fondo del proprio essere, non in un' altra persona, né tantomeno in un animale e figuriamoci se in un oggetto.
Lo so benissimo che una deve bastarsi da sola. Lo so.
Ma come si fa?
Finché non succede nulla è fattibile, mica ci vuole molto.
Ma quando le cose cominciano a complicarsi come funziona?
Gestire l'imprevisto nel caso delle emozioni diventa un' aritmetica impossibile anche per Einstein.
Inutile cercare di capire, inutile cercare di mantenere il controllo quando non si hanno gli strumenti adeguati a disposizione. Sarebbe come andare in guerra senza nemmeno la mimetica, un lancio nel vuoto.
Sei sempre lì a cercare di tracciare i contorni di te stessa mentre invece ti rendi conto che la tua è soltanto una bozza, con più dettagli, ma mai un disegno finito. Non sai mai qual'è la linea giusta che dovrai tracciare.
Poi arriva quel momento in cui decidi di farlo, quel "ora o mai più", il bivio di quelli più classici, proprio come fosse un film. Ti senti una protagonista, sei forte nel decidere, ci credi anche tu nel carpe diem; perciò decidi che nonostante i contro hai bisogno di seguire l'unico pro che ti viene in mente.
Vada come vada sei certa che non avrai rimorsi né rimpianti.
Poi la puntata ha un finale a sorpresa: eh si, quel simpaticone di destino al "vissero felici e contenti" ha smesso di crederci. Quindi cadi, ti fai un po' male e ti lascia cosi, a terra, a leccarti le ferite.
Va bene mischiare le carte, ma sarebbe carino che cominciassi a servirle e permettermi almeno di giocare.

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