lunedì, ottobre 21, 2013

Le incerte parole

Ci ritroviamo sempre lì coi discorsi, tra amiche, non facciamo altro da giorni. Si parla di te, del fatto che per come ti comporti sembra che  non ti interessi più di tanto.
Si parla dei vorrei, si parla di viverti la vita fino in fondo e che, male che vada, vuol dire che qui di fianco non t'intetessa restarci.
Si parla di me che comunque voglio tentare, l'idea che tu possa essere al centro di ogni mio pensiero si aggira nei dintorni ed ogni tanto bussa per voler entrare. Ma la tengo sulla porta. 
Si parla di te e di me, perché basta che t'allontani un po', basta che ritorni nel tuo habitat ed ecco che svaniscono quelle parole. Parliamone dell'attrazione che entrambi sentiamo, si, parliamone del fatto che non ce la fai a non guardarmi, a non toccarmi, a non saltarmi addosso non più di mezz'ora. Parliamone, cavolo, del tuo essere jackill da lì e hyde da qui. 
Ma in fondo credo che il vero problema sia un'altro.
Già. 
'Che tu le parole le hai usate a dovere e nel migliore dei modi: guardandomi negli occhi.
Mi hai detto che sono troppo, che una come me che ci fa con uno come te. Poi hai usato la sincerità, col presente e col passato.  
E poi te ne vai.
Ogni volta ho come l'impressione che sia l'ultima, mi resta il magone finché non ti parlo, finché non ti leggo. 
Ma tu lo fai apposta. 
Svanisci, per tornare poi direttamente a qualche centimetro di distanza e... Voilà. Mi butto tra le tue braccia senza riserva alcuna.
E accapo, di nuovo. 
Loop.
Il mio cervello fuma perché non comprende.
O meglio, fa finta. Eh si.
Quelle parole suonano così bene all'orecchio che la voglia di ascoltarle cresce perché non sono abituate a sentirle.
Questo è: se non ti hanno mai detto cose importanti, se le parole usate per te sono sempre state bastoni battenti o costruite in base alle necessità, e tu ci hai sempre creduto, l'orecchio s'abitua, il cervello si standardizza ed il cuore... Beh il cuore prende quello stesso ritmo. Perciò sembra tutto normale.
E poi arrivi tu a regalarmi parole nuove, tutte per me.
Ed io anziché accettare che faccio? Dubito.
Logico.
Sono talmente abituata a sentire quelle mezze che non le riconosco quando mi capitano le belle. 
Perciò in fondo qualcosa c'è, qualcosa hai lasciato. 
Ma ho paura di aver ascoltato male.
Forse è tutto nella mia mente. O forse no.

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