sabato, giugno 15, 2013

“Lo chiamiamo longing perché il desiderio è pieno di distanze infinite" [Robert Haas]

La distanza del desiderio è relativa: possiamo essere lontanissimi dall’oggetto del nostro desiderio anche se siamo molto vicini e viceversa. 
Noi lo siamo, distanti.
Fisicamente ci sono centinaia di chilometri a separarci, ma potremmo dire lo stesso per il resto? Tu si, lo diresti eccome! Non lo ammetteresti mai, ma so che lo vedi anche tu.
E se lo cominciassi a scrivere?
Se iniziassi a stilare un elenco di tutte le coincidenze che ci sono?
Quasi a creare delle prove oggettive, potrei riempire pagine dettagliatissime comprensive di data e luogo.
Ci crederesti allora?
Mi sforzo davvero di non prestare attenzione, cerco in tutti i modi di tenere presente le tue parole, davvero. Ma quelle maledettissime coincidenze si ripresentano in continuazione, mi si puntano davanti e mi bloccano la visuale, come posso far finta di nulla?
Aggiungi poi la tua personale distanza, quella che sei tu a non voler accorciare perché ti trovi bene nel punto dove sei, non ce la fai a saltare le barricate che ti sei costruito da solo. Potrebbe anche essere che sono solo io a vedere certe cose, chissà che non sia io ad inventarle e renderle talmente vivide da sembrare reali. Tra noi c'è un abisso: siamo ancora un mistero l’uno per l’altra.
Fammi aggiungere un'altra voce all'elenco.

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