lunedì, febbraio 04, 2013

A domani

Detta così sembrerebbe una frase normalissima, la pronunciamo spesso senza riflettere. Ma stasera mi ha dato una sensazione diversa.
Mettici che sei tu, mettici che la serata era propensa, mettici che cominci ad accorgerti che ci sono anch'io, ma dirti "a domani" per me è stato strano. In quelle due parole c'è tanto, all'interno risiedono tutte le mie paure, insicurezze, patemi d'animo. Sono sempre pronta all'incostanza del tuo esserci, hai i tuoi momenti per aprirti, questo l'ho capito. Non parliamo poi dello sguardo, è ancora qui. Mi ci sono persa in quegli occhi, quando mi guarda, quando mi parla, persino quando mi scrive mi fa sentire minuscola perché non so mai in quale labirinto mi sto perdendo. Dirti "a domani" è anche di più del ti amo: tradotto sarebbe "tu, tutto intero, ti prendo e ti porto nella mia vita", vuol dire che non voglio che tu te ne vada, voglio che resti, voglio che il destino che ci spetta inizi finalmente il suo corso. Significa non avere il timore di non trovarti qualora volessi cercarti, significa vedere il mio riflesso dentro le tue pupille e capire che ce n'è per entrambi. Tu vai via, forse ti è arrivato il giusto messaggio che ho messo dentro quelle due parole, forse avrai capito e la cosa ti ha spiazzato; non saprei.
Vedremo, a domani.

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