venerdì, aprile 24, 2015

Comodato d'uso.

"Mio" non è possibile accostarlo ad una persona. Piuttosto sarebbe da dire che le persone che scegliamo di avere accanto le abbiamo in comodato d'uso.
Possiamo godere della loro presenza, finché uno dei due -o chi per loro- non decida di interrompere il contratto non scritto; non ci è permesso di avere il diritto di proprietà su quella persona.
È un fondamento essenziale del rapporto questo; ti cambia la prospettiva, ti modifica la maniera in cui vivi la persona.
Sai che non hai diritti, al massimo qualche dovere; sei consapevole che ti è data la possibilità di goderti tutti gli istanti che decide di regalarti, ma non puoi imporgli di esserti affianco.
Possiamo decidere quando è il momento di approfittare di questo grande regalo che è averlo affianco, ma non sai per quanto tempo effettivamente potrai usufruirne. 
Lo svantaggio è che l'investimento emozionale è ben più alto, perché sì, puoi lasciare andare chiunque, ma ciò che ti resta dentro è un bel malloppo di cose da sistemare, selezionare e mettere da parte.
Effettivamente sulle persone esercitiamo una sorta di comodato d'uso, perché ci si sfrutta a vicenda, ci si mescola, ci si separa e poi di nuovo ad libitum, finché poi succede che questo unire si fermi, succede che tutto questo mischiare nel momento in cui ci si ferma si cominci a separare e perciò si torna ad essere persone distinte. 
Sarebbe meglio limitarsi al semplice stare affianco, ma come si fa a dire al cuore di smetterla di intromettersi?
Perciò una volta terminato il contratto che si fa? Cosa puoi dare indietro?
Come si possono radunare i sentimenti?



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