E' sempre difficile rimettersi in gioco, soprattutto quando sembra di non avere scelta e tutte le cose che hai intorno ti spingono verso una direzione e basta. Decidi di giocare, di buttarti e di uscire allo scoperto, col sole che ti vomita addosso tutta la luce e tu che sei lì con gli occhi socchiusi che cerchi di riconoscere qualcuno o qualcosa intorno. Hai il sole in faccia, ma dietro di te hai l'ombra.
L'ombra è l'area scura proiettata su una superficie da un corpo che, interponendosi tra la superficie stessa e una sorgente luminosa, impedisce il passaggio della luce. E' una sorta di rifllesso oscuro, ma non lo vedo in negativo, piuttosto se ne sta lì a ricordarti chi sei stato, un po' come un buco nero direttamente aperto sul tuo passato.
Le mie attuali sensazioni stanno lì, nel mezzo, da una parte la piena luce abbagliante, dall'altra il nero scuro dell'ombra, che mi segue a prescindere. Non è poi così diversa da me, la luce esalta i dettagli, li enfatizza; l'ombra li cancella tutti, tutto smussato, fa le forme ad un modo tutto suo, le allunga, le restringe, le allarga, le cambia in continuazione ad ogni passo. Una prospettiva molto particolare, che da il via ad una serie di interpretazioni differenti; ci sei tu, quello che sei: luce in fronte ed ombra ai piedi. Più forte è la luce e più nera sarà l'ombra.
Esiste, c'è, è reale, non puoi mica farci niente. Le cose del passato non riesco proprio a mandarle via, me le porto dietro ed ogni volta che la luce mi colpisce si allargano, si restringono, si modificano un po', ma me le porto dietro, sempre tra i piedi. E le emozioni, le mie emozioni, non la lasciano scomparire, si prendono tutta la luce, la assorbono, ma si tengono ben stretta la zona d'ombra.
Il nuovo più il vecchio insieme, fanno il mio presente.
Non ho potere in questo.
Indosserò un bel paio di occhialoni scuri per poter aprire meglio gli occhi quando tutto quel sole sarà allo zenith per colpirmi e scarpe luccicanti per camminare sulla mia ombra.
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