E va bene, mi rassegno.
Sarà dura accettarlo ma lo farò.
Non perché tu mi abbia illusa, anzi tutt'altro. Tu non hai fatto proprio niente. Non hai nemmeno più risposto alle telefonate.
Sai perché è dura?
Perché in qualche modo io ho creduto che potesse essere possibile, che avrebbe potuto funzionare.
Non voglio ammettere di essermi sbagliata, non voglio ammettere di essermi confusa. Io ho creduto in quegli sguardi, ma probabilmente era tutto solo nella mia testa.
È un peccato doverti scrivere nella lista delle cose fatte e non portate a termine; è davvero un peccato che non ci sia stata nemmeno la giusta occasione per tentare. È probabile che così doveva andare. Ho un secchio pieno di coincidenze che non servono a nulla, a questo punto; io non so proprio che farmene di quelle parole scritte a distanza di tempo e spazio, di tutti quei segnali che qualcuno si è divertito ad inviarmi, a quanto pare solo a me. Oppure l'hai ricevuti anche tu ma non hai saputo interpretarli. Occorrerà differenziarli per smaltirli pochi la volta. Mi sentivo pronta ad accoglierti nella mia vita. Peccato tu sembri diretto da tutt'altra parte. Chissà ci incontreremo, forse non in questa vita.
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