martedì, gennaio 01, 2019

Giorno 40 - l'ultimo.

Smetterò di contare i giorni,
Perché ormai il 2018 si è concluso e tu hai deciso di restarci dentro.
Inizierà un nuovo anno,
Non ero pronta e sono ancora contraddetta, però posso farci molto poco.
Ci sono cose e situazioni che sfuggono al nostro potere, tu sei tra queste.
Oggi non ho sentito la tua mancanza perché a parte il primo in realtà di capodanni non ne abbiamo passati più insieme.
Non voglio fare la lista,
Non voglio cancellare, né iniziare a scrivere.
Ho deciso di ritirare i remi in barca e lascio che il 2019, come fosse in balia della corrente, mi traghetti un po' dove vuole.
Mi dispiace profondamente per qualsiasi cosa che avrei potuto fare e non ho fatto.
E non è così che volevo finisse, né questo anno, né la nostra storia.
Ma tant'è.
È il destino che ha voluto fortemente che girassi pagina, io o tu fa lo stesso, e quando decide che è così che deve andare ti tocca accettarlo.
Io non lo farò.
Mi meritavo un fine anno migliore.
Me lo doveva.
Non spero nemmeno nel prossimo, perché me lo sento che sarà forse anche peggio.
Io però  continuo a non essere d'accordo col suo operato.
Non so cosa tu abbia in mente, mi fingerò morta.
Fai tu.

venerdì, dicembre 21, 2018

Giorno 30

Poi succede che ti vedo, sorridente, felice.
Ed io piango.
Non voglio credere che tu possa essere felice nonostante la mia assenza.
Io non riesco a passare una giornata tranquilla, figuriamoci ad essere felice.
Passo momenti di contentezza, rido con gli amici e mi capita di divertirmi.
Ma il tuo pensiero è fisso, un marchio a fuoco nel cervello, negli occhi, nel cuore.
Dicono che la vita aiuti,
Dicono che il tempo risolva,
Dicono che l'esperienza insegni,
Dicono che il passato lenisca,
Dicono.
Ma nel mio trascorso quello che sento ora non l'ho mai vissuto.
Parlano.
Vogliono dare consigli.
Ed io devo stare a sentirli, perché altrimenti ci restano male.
Ma non lo sanno, non conoscono quello che eravamo.
Già, eravamo.
E tu adesso sei felice.
Mi insegni a farlo?

martedì, dicembre 18, 2018

Giorno 27

All'alba di quello che sarebbe stato il terzo anniversario ho ancora difficoltà a respirare, manca l'aria, manchi tu.
La tua assenza mi devasta.
Ed io sono arrabbiata,
Perché non è così che doveva andare,
È ingiusto quello che è successo,
Non è in questo modo che due anime gemelle dovrebbero comportarsi.
Poi possono dirmi qualsiasi cosa su di te,
Perché ce ne sarebbero da dirti contro.
Ma non riesco ad odiarti.
Ti amo e non posso fare altrimenti.
Come faccio? Dico al cuore: "scusa, puoi amare un po' meno?"
E la cosa mi fa rabbia perché mi chiedo come può una persona smettere di farlo?
Tu come ci riesci?
Noi eravamo tra quelli che "con l'amore si supera tutto".
Ci meritavamo il lieto fine.
Il per sempre non era un modo di dire,
Per ciò che abbiamo passato il per sempre sarebbe stata la giusta ricompensa, perché per un po' ci ho creduto.
Eravamo le persone giuste al momento giusto.
Le parole giuste sulle giuste pagine.
La melodia perfetta con le perfette note.
Eravamo noi.
Due pezzi dello stesso puzzle.
Il giallo ed il verde, che insieme facevano un unico colore, il blu.
E mi fa rabbia perché alcune parole, solo nostre non avranno più un senso.
Quello che eravamo lo racchiudevamo dentro, come chiuso in un baule in soffitta. Si vedeva poco dal di fuori.
Ma noi lo sapevamo cosa contenesse, o almeno io lo sapevo e lo so ancora.
Non ho il coraggio di salire a vedere, ho paura di scoprire che in realtà sia vuoto di te e troppo pieno di me.
E scusami se non riesco ad andare avanti senza di te.
Per quanto ci stia provando e so che ci riuscirò, perché devo farlo, non smetterò mai di credere che le nostre anime, prima o poi, si incontreranno di nuovo.



domenica, dicembre 16, 2018

Giorno 25

Lo dico e lo ribadisco, la neve è un problema.
Che poi, dico io, scegliere un altro momento no?
Figuriamoci se il destino o chi per lui poteva perdersi una scusa come questa per divertirsi di più. Vuoi mettere l'aria natalizia, che già di suo aveva il suo bell'effetto, contornata di un candido e soffice manto bianco?
Un'altra storia proprio.
Ed è proprio qui che il destino si fa la sua giocata migliore, eh si.
Che poi non sto nemmeno a raccontarle le altre carte che nasconde, un baro continuo.
Gli piace giocare sporco, gli piace rigirare il suo bel ditino nella piaga.
E cosa faccio io? Piango, perché penso, ricordo, rivivo.
Rileggendomi, nei post passati mi sono resa conto che ho sempre vissuto con molta intensità le mie storie, seppur brevi.
Quindi probabilmente non sarai nemmeno tu l'eccezione, magari a distanza di tempo andrò avanti e di te mi resterà qualche ricordo sparso.
Probabilmente sarai anche tu un capitolo, quello essenziale, perché comunque hai segnato il mio cammino dal primo giorno che sei entrato a far parte della mia vita; esiste una me diversa, delle scelte diverse, delle vie intraprese che forse non avrei mai percorso senza di te.
Probabilmente.
Ma il mio cuore queste cose non le ascolta, batte per conto suo, spera di portarti avanti nel resto dei capitoli.
Perciò soffre ad ogni azzardo, ogni bluff, ogni carta persa con il destino.
Per questo mi rivolgo a te mio carissimo destino: quand'è che la smetterai di divertirti alle mie spalle e non mi lasci tranquilla per un po'?
Perché non abbandoni la partita e mi lasci il mazzo così gioco un po' anch'io?
Hai raggiunto il limite di sofferenza che hai deciso di affibbiarmi?
Possiamo fare che basta così, perché la cosa fa tanto, tanto male?

domenica, dicembre 09, 2018

Giorno 19 - lettera aperta

Non sono mai stata una persona romantica, mi conosci.
Tranne per il Natale.
Le lucine, il rosso e l'oro, il bianco ed il blu, gli addobbi, gli alberi, ho sempre adorato ogni cosa.
Le persone si vestono di sorrisi, pare quasi che aleggi un incantesimo, un'aria diversa.
Il Natale lo respiri dovunque.
Perciò quest'anno sarà così difficile.
È tutto stramaledettamente bello.
Eh si, perché quando il destino decide di divertirsi lo fa sempre con un certo stile.
Le luci sono bellissime, delle installazioni pazzesche.
Le vetrine dei negozi, poi, che te lo dico a fare.
Come se non fosse già difficile da solo.
Ti prego spiegami tu come fai.
Raccontami come superi la sera quando camminando in mezzo alla gente non stringi la mia mano. Non la senti troppo leggera? No, perché io si.
E quando vedi gli abbracci, eh si, gli abbracci, non hai un po' più freddo del solito? Beh, io si.
Quando prendi il cellulare per fare una foto non sembra anche a te che manchi un soggetto? Io non riesco nemmeno a farle, le foto.
Come fai a vedere le persone che sorridono e non avere un pugno pesante nello stomaco? Come fai, dimmi, dimmi, non ti succede?
Io non so più come trattenere ogni maledetto giorno le lacrime, invento allergie continue, raffreddori perpetui, per giustificare questi cazzo di giorni.
Io non credo di farcela, sai?
Non riesco a pensare che io qui mi corrodo l'animo e tu invece sei tranquillo e felice.
Spiegami come fai, per favore.
Insegnarmi a vivere senza di te, perché davvero non lo so fare.
Soprattutto a Natale.

venerdì, dicembre 07, 2018

Giorno 16

Ho provato a scambiarti, il cavallo che mangia l'alfiere, una settimana, tanto è durato.
Conosci altra gente, esci e ti senti osservata, ma ti guardi intorno perché hai il terrore di incontrarlo, fosse anche per caso.
Perché lo so cosa mi scatena.
Per questo ti ho bloccato su tutti i social,
Perché anche solo fraintendere mi ucciderebbe.
Tu non l'hai presa bene, ti preme che io non pensi male.
Il fatto è che sono stordita, disorientata, non sono più né lucida né consapevole.
Ma ho solo tanto timore di mandarti fuori dalla mia vita, perché nel profondo io non voglio, questa è la verità.
E non riesco ad attuare tattiche, non riesco ad essere furba. Il cuore c'è e ce lo metto, sempre.
Continuo ad inciampare, faccio capriole, a volte cado. Sbaglio spesso, non so più cosa sia giusto fare, vado a tentoni come quando va via la corrente nella stanza e nel buio cerchi l'interruttore.
Ecco, è andata via la mia luce e perciò giro alla cieca cercando di capire come riaccenderla.
Ed è più forte di me, se si tratta di te è il cuore che decide.

lunedì, novembre 26, 2018

Giorno 6

Non immagini quante volte in questi giorni ti abbia descritto come la mia anima gemella ed ogni volta mi sono sentita rispondere che se così fosse non andrai mai lontano da me.
Poi però arriva un punto dove devi smetterla di piangere, di giustificare.
Poi capisci.
Non cambia molto il mio pensiero su di te, ma cambia la visione e l'analisi della situazione.
La verità è che hai smesso di amarmi.
Altrimenti non ti saresti allontanato.
Saresti qui.
Non avresti smesso di mandarmi il buongiorno e la buonanotte.
Avresti risposto immediatamente ai miei messaggi.
Un bacio, una carezza, un abbraccio ogni volta che mi eri affianco.
Mi fa male ammettere che ciò che provavi ad un certo punto ha smesso di esistere.
Svanito.
È ancora più difficile ammetterlo, perché come è possibile?
Cosa ti ha reso così indifferente?
Come posso accettare che l'amore della mia vita abbia smesso di amarmi?
Tu come ci sei riuscito?